giovedì 21 febbraio 2008

AL COMPLEANNO DI PIPPO


FILIPPO SULL'ASSE DA STIRO


I CARABINIERI

Qualche anno fa, mentre passeggiavo tranquillamente per Piazza di Spagna - isola pedonale - tra una marea di gente di tutti i tipi, mamme con passeggini, bambini sciolti, anziani col bastone, turisti variopinti e gli immancabili giapponesi, tra il chiacchiericcio generale udii il suono di una sirena. Non feci in tempo a girarmi che una volante dei carabinieri, zigzagando forse a 50 Km orari tra la folla, sfrecciò a non più di 10 cm da me. Fin qui nulla di strano, in una grande città le forze dell'ordine vanno e vengono, anche ad alta velocità, in ogni momento. La cosa strana è che, forse non soddisfatto del casino provocato dalla sirena, un gendarme, mezzo fuori dal finestrino, urlando a squarciagola affinchè la gente si spostasse, mi diede una palettata sul braccio.
Qualche tempo dopo, mentre aspettavo non ricordo quale autobus sul lungotevere tra ponte Garibaldi e ponte Sisto, una volante dell'Arma, cambiando repentinamente corsia, da sx a dx, s'inchiodò quasi sopra i miei piedi. Dal finestrino un giovanotto "molto educato", con un forte accento calabrese, mi chiese da che parte stava Largo Argentina. Stupefatto risposi se per caso mi stesse prendendo in giro. Non siamo di Roma rispose, non conosciamo la strada.
All'uscita della facoltà di Architettura a Valle Giulia, aspettavo, con la solita sigaretta in bocca, appoggiato ad un albero, l'arrivo del 30. C'era molta gente ad attendere il tram. All'improvviso un'anonima Fiat 128, lasciando metà delle gomme sull'asfalto, mi si fermò davanti. Dall'auto scesero in 3. Uno di loro tirò fuori un tesserino, me lo appiccicò sugli occhi per 1 o 2 secondi e se lo rimise in tasca. "Documenti" mi urlò in faccia. "Ma manco per niente" gli risposi, "chi siete, che volete". "Ti ho fatto vedere il tesserino, siamo CC dammi i documenti". "A parte il fatto che il tesserino me lo ha messo in faccia e non l'ho nemmeno visto" dissi loro, "ma che è sto catorcio, 'ndo sta scritto che siete CC?" Senza pensarci più di tanto, gli altri 2, grossi come armadi, cercarono di spingermi nella vettura. Opposi molta resistenza, piantai i piedi contro il bordo dell'aiuola dov'era piantato l'albero al quale stavo poggiato e con una mano mi attaccai ad un ramo. Fu inutile. I tacchi delle scarpe si staccarono e in men che non si dica ci ritrovammo seduti sul sedile posteriore della 128, io i 2 CC ed il ramo dell'albero. Partirono in tutta fretta lasciando sull'asfalto l'altra metà delle gomme. Si fermarono sullo spiazzo di fronte i cancelli di Villa Borghese circa 100 m più su. Fatto un veloce controllo via radio mi dissero che potevo andare. "Ma che se tratta così la gente?" reclamai. Uno dei 2 energumeni, alzando il braccio dx come per darmi un pugno sul naso disse "perché come t'ho trattato?". "Sieti stati gentilissimi, grazie per il passaggio" risposi.